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Gli italiani preferiscono Internet alla tv

Il 70% degli italiani è attivo sulle piattaforme social. Sono più di 50 milioni gli utenti che accedono a Internet ogni giorno preferendo sempre di più stare online (il doppio del tempo) piuttosto che guardare la tv.

In Italia – spiega la ricerca – è in crescita la percentuale di adozione di Internet e social.

Ogni giorno l’84% degli italiani accede a internet (+2% rispetto al 2020) e il 68% quella attiva sui canali social (+6%), utilizzati in maniera diversificata, a scopo di intrattenimento, informazione, condivisione e conversazione.

A farla da padrone sono i contenuti video (ben il 93%) e quelli audio con il 61%. In crescita la fruizione di podcast che fa registrare il 25%.

E giocano, con diverse tipologie di dispositivi, come dichiara l’81% degli italiani. YouTube si conferma la piattaforma più utilizzata, seguita da WhatsApp e Facebook.

Si evolve anche il modo di fare ricerche su Internet: oltre al classico utilizzo dei motori di ricerca tradizionali, il 37% degli italiani si serve di tecnologie di ricerca vocale, mentre il 33% ricorre ai canali social.

Così sintetizzano i risultati della ricerca i Ceo di We Are Social Gabriele Cucinella, Stefano Maggi e Ottavio Nava:

Il 2020 ha accelerato l’evoluzione delle relazioni che le persone hanno con i canali digital e social. Che si tratti di connettersi con altre persone, di fruire di contenuti audio, di fare acquisti da mobile o di intrattenersi e giocare.

A livello mondiale il rapporto evidenzia che 4,66 miliardi di persone accedono ad Internet (+7,3% rispetto a Gennaio 2020), oltre a un +13% di utenti che utilizza piattaforme social. Facebook, YouTube e WhatsApp restano quelle più attive.

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Instagram testa le Storie in verticale

Detto-fatto. Nei giorni scorsi il CEO di Instagram Adam Mosseri aveva rivelato che sono in corso numerosi test per rilanciare l’app di condivisione foto più famosa al mondo, fortemente insediata dal “fenomeno” TikTok.

In particolare, Instagram starebbe lavorando a una nuova visualizzazione delle sue “storie”, in verticale, proprio come accade su TikTok. Ad anticipare la novità è stato il sito di tecnologia TechCrunch.

Secondo questa ipotesi, Instagram potrebbe introdurre una bacheca a scorrimento verticale per le sue storie, cioè i contenuti a scomparsa che adesso si consultano invece in orizzontale, a partire dai profili degli utenti seguiti, copiando la modalità d’uso di TikTok, la piattaforma cinese che ha il maggiore seguito tra gli adolescenti.

Dato lo scarso successo della sezione Reels lanciata ad Agosto 2020 proprio per contrastare il social cinese, Instagram starebbe pensando di “rubarne” la logica.

A individuare il codice di questa “ristrutturazione” dell’app è stato lo sviluppatore Alessandro Paluzzi, che ha condiviso su Twitter uno screenshot in cui appunto viene individuata questa funzionalità.

Mancano le fasi di test, magari limitate ad alcuni gruppi di utenti, ma è appunto il segnale che stiamo entrando in un periodo, neanche troppo lungo, in cui le piattaforme che siamo abituati a frequentare subiranno mutamenti.

È evidente come da Menlo Park si siano resi conto che una sezione-clone di TikTok non basta e che occorre sfruttare le sue “storie” a tempo (quelle che durano 24 ore e poi spariscono), che raccolgono un enorme seguito, per ibridarle alla bacheca permanente, la parte per ora ancora preponderante di Instagram con le foto e i video postate dai profili, che rimangono come in una sorta di album o collezione personale.

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Le macchine sono vicine a raggiungere l’intelligenza umana?

Siamo a pochi anni di distanza da un’intelligenza artificiale di livello umano oppure non è nemmeno ancora in vista? Ci sono pareri contrastanti.

Arriverà tra noi in tempi molto rapidi e poi dovremo capire che cosa possiamo fare. Sempre che si possa fare qualcosa.

Sembra la citazione di qualche scena appartenente a un film fantascientifico e invece sono parole pronunciate dal sempre molto chiacchierato Elon Musk, numero uno di Tesla.

L’imprenditore sudafricano parla così della superintelligenza artificiale e le risposte non si sono fatte attendere.

Elon Musk non sa di cosa parla quando parla di AI.

Questa è la risposta arrivata tramite Tweet da parte di Jerome Pesenti, uno dei massimi esperti al mondo di intelligenza artificiale, oggi a capo del dipartimento di Intelligenza Artificiale di Facebook, aggiungendo poi:

Non esiste nulla di simile alla Agi [Artificial General Intelligence, Ndr] e non siamo neanche lontanamente vicini a raggiungere l’intelligenza umana.

I pionieri del settore (tra cui Andrew Ng e Yann LeCun ) sono concordi nel dire che l’avvento di un’intelligenza artificiale dalle caratteristiche simili, pari o superiori a quelle umane sia oggi fantascienza.

Eppure non si possono negare i costanti e impressionanti progressi che sono alla base di queste fantasie sci-fi.

Gli esempi che più rappresentano tali progressi sono tre:

  • AlphaGo
    Algoritmo capace di sconfiggere il campione mondiale di un gioco incredibilmente complesso come il Go;
  • AlphaZero
    Gli sono bastate sole nove ore di allenamento per diventare imbattibile a scacchi;
  • Gpt-3
    È il più recente e il più vasto algoritmo di deep learning mai creato con i suoi 175 miliardi di parametri e ben 450 gigabytes di dati all’interno dei quali è contenuta anche l’intera Wikipedia in lingua inglese.

Ma sono due le società che stanno raggiungendo importanti progressi per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generale, ossia la londinese DeepMind (che ha progettato AlphaZero) e la statunitense OpenAi (ideatrice di Gpt-3), che punta a diventare la prima società a costruire una macchina in grado di ragionare come un essere umano.

A differenza di quanto possa sembrare, la strada è ancora lunga e ad oggi pare che le previsioni di Musk difficilmente si potranno avverare in un imminente futuro.

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Disney censura i suoi classici: scoppia la polemica

A un anno e mezzo dal suo lancio, la piattaforma di streaming targata Disney fa discutere per la sua decisione di allinearsi al politically correct mettendo il bollino rosso a tre dei suoi classici più amati, ossia “Dumbo”, “Peter Pan” e “Gli Aristogatti, ora vietati ai minori di 7 anni.

La motivazione sarebbe che i film sopracitati “trasmetterebbero stereotipi e messaggi dannosi e razzisti”. D’ora in avanti dunque saranno visibili solo da un pubblico adulto.

Continua dunque a sconvolgere il mondo del cinema quella che i più scettici definiscono come la “cancel culture”, i quali ne contestano le scelte falsamente moraliste. E a a farne le spese sono state questa volta tre pietre miliari dell’universo incantato Disney, molto apprezzate dai bambini.

I film sono stati cancellati dalla sezione Disney + dedicata ai bambini, ma restano visibili per gli adulti con la “dovuta” nota introduttiva che recita:

Questo programma include rappresentazioni negative e / o maltrattamenti di persone o culture. Questi stereotipi erano sbagliati prima e sono sbagliati adesso. Piuttosto che rimuovere il suo contenuto, vogliamo riconoscere il suo impatto dannoso, imparare da esso e stimolare la conversazione per creare un futuro più inclusivo insieme.

Hollywood dunque, contesta a “Dumbo” i versi di una canzone che suonerebbero irrispettosi verso gli schiavi afroamericani che lavoravano nelle piantagioni (“E quando poi veniamo pagati, buttiamo via tutti i nostri sogni”).

Peter Pan avrebbe invece denigrato i nativi americani chiamando i membri della propria tribù Giglio Tigrato “pellirosse”, un titolo considerato offensivo.

Infine Gli Aristogatti sarebbero colpevoli di aver offeso il popolo asiatico con la caricatura Shun Gon, il siamese con denti spioventi, gli occhi a mandorla e le bacchette.

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A causa della mascherina Iphone reintroduce sblocco impronte

L’utilizzo della mascherina ha colpito anche i progetti dei grandi colossi della tecnologia. Chi lo sa se Apple avrebbe mai pensato, nel 2021, di dover reintrodurre il Touch ID nei propri iPhone di nuova generazione. Di fatto, questa è la strada che sembra ormai segnata e che sarà portata avanti fintanto che ci sarà la certezza che il virus sarà superato.

Pare infatti che il mezzo indicato dai virologi come strumento fondamentale al fine di limitare la trasmissione del virus sia di impiccio rendendo complesso l’utilizzo del Face ID. l’azienda di Cupertino ha dovuto così adottare delle contromisure.

Una parziale correzione del problema è stata introdotta con il nuovo aggiornamento del software, la versione 14.5 di iOS che permette di sbloccare il display di iPhone con Face ID. Ma c’è un però.

Per poter sfruttare questa funzione, infatti, è indispensabile indossare al polso un Apple Watch. Il motivo è piuttosto chiaro: per garantire lo sblocco dello schermo solo con una parte del volto, è indispensabile “abbassare le difese” del sistema operativo; in questo senso lo smart watch associato (e per forza di cose indossato) consiste in una sicurezza in più per proteggere i dispositivi con la mela.

Il nuovo device di casa Apple dunque dovrebbe essere dotato sia di sblocco intelligente con i dati biometrici del viso che di lettore di impronte digitale, in modo da rendere più fluido lo sblocco del dispositivo, così come avviene con la nuova linea Galaxy S21.

La fonte di questa indiscrezione è il Wall Street Journal.

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Amazon, clamoroso annuncio di Jeff Bezos

È arrivato come un fulmine a ciel sereno l’annuncio di Jeff Bezos: in estate lascerà il ruolo di amministratore delegato di Amazon a Andy Jassy, il suo più fidato e che attualmente gestisce il segmento di business più redditizio dell’azienda, la piattaforma di cloud computing Amazon Web Services (AWS).

E lo ha fatto in grande stile, nel corso della presentazione dei risultati annuali record (con ben 21.331 milioni di dollari di profitti), quasi il doppio degli 11.588 milioni ottenuti nel 2019, grazie al grande impulso degli acquisti online a seguito della pandemia di covid-19.

L’uomo più ricco del mondo si è espresso così:

Quando guardate i nostri risultati finanziari, quello che state veramente guardando sono i risultati cumulativi e a lungo termine dell’invenzione. In questo momento, vedo Amazon più viva che mai, che è la condizione ottimale per fare questa transizione.

Bezos tuttavia ha annunciato in una lettera agli investitori che non uscirà completamente dal consiglio d’amministrazione dell’azienda bensì assumerà il ruolo di presidente esecutivo, continuando ad avere una certa influenza nel processo decisionale dell’azienda. Rispetto al passato però, dedicherà molto meno tempo dedicandosi maggiormente a iniziative filantropiche e alle altre aziende, ossia Blue Origin e The Washington Post.

Jassy è entrato in Amazon nel 1997 (solo tre anni dopo la fondazione della societa’) gestendo AWS fin dalla sua nascita, un leader di primo piano nel settore del cloud computing davanti a concorrenti come Azure di Microsoft e Google Cloud.

Laureatosi ad Harvard e originario di New York,il futuro numero uno di Amazon ha sempre mantenuto un profilo discreto restando all’ombra di Bezos.

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Al via la lotteria degli scontrini

È partita ufficialmente la Lotteria degli Scontrini, il nuovo concorso a premi del Governo Italiano che consente di vincere degli importanti montepremi con una serie di estrazioni periodiche. Ma non si placano le polemiche.

Non tutti i locali e negozi infatti si sono adeguati e il motivo sarebbero i costi dei lettori elettronici, che superano i 300 euro.

Altro argomento dibattuto sono gli acquisti che vanno a concorrere. In una serie di FAQ infatti, l’Agenzia delle Dogane ha specificato che i seguenti acquisti non consentono agli utenti di partecipare alla lotteria:

• Acquisti in contanti;
• Acquisti con importo inferiore ad 1 Euro;
• Acquisti effettuati online;
• Acquisti destinati ad esercizio di attività di impresa, arte o professione;
• Acquisti saldati mediante fatture elettroniche, ma a riguardo dal Governo fanno sapere che questa restrizione dovrebbe essere valida solo nella fase di avvio;
• Acquisti con corrispettivi trasmessi al sistema Tessera Sanitaria (ovvero quelli in farmacia, parafarmacia, ottica, laboratori di analisi, ambulatori veterinari e simili): anche qui si tratta di una restrizione valida solo nella fase di avvio;
• Acquisti per cui viene richiesta l’acquisizione del codice fiscale per la detrazione;
• Acquisti per biglietti di cinema, teatro e museo;
• Spedizioni postali;
• Spese dal benzinaio;
• Ricevute di parcheggio;
• Acquisto di gift card;
• Acquisti saldati tramite ticket restaurant o altre tipologie di buoni pasto.

Come specificato dunque, non verranno presi in considerazione gli acquisti con una spesa minore di 1 Euro. Per ogni Euro speso verrà generato un biglietto: se l’importo è superiore ad 1 Euro, si arrotonderà per eccesso al raggiungimento di 50 centesimi, producendo un altro biglietto virtuale.

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Musk annuncia su Clubhouse: tra cinque anni andremo su Marte

Elon Musk torna a far parlare di se. Dopo aver consigliato ai suoi followers di migrare da Whatsapp verso Signal (considerato più rispettoso della privacy dei suoi utenti), stavolta manda in tilt Clubhouse, il social del momento.

Il patron di Tesla e Space X, è approdato sulla piattaforma dando appuntamento ai suoi numerosi follower di Twitter per parlare, toccando diversi temi e raccogliendo 5.000 persone, ai limiti della capienza consentita.

Si è parlato della missione per portare l’uomo su Marte (l’imprenditore sudafricano ha annunciato che tra cinque anni esatti si potrà andare su Marte sul razzo spaziale Starhip con un viaggio comodo e sicuro della durata di sei mesi), del progetto Neuralink per creare un’interfaccia di connessione tra cervello e macchina, ma anche di Bitcoin, progetti Tesla in merito all’intelligenza artificiale, fino ad arrivare al cinema con un apprezzamento per il film Tenet di Christopher Nolan. Per chi si fosse perso l’incontro (durato più di due ore) può tranquillamente recuperarlo su YouTube.

L’incontro ha segnato la consacrazione di Clubhouse. Lanciato ad Aprile 2020, fino all’inizio di quest’anno l’app è rimasta in sordina. Adesso è la nuova scoperta della Silicon Valley. Ma in cosa consiste? L’app è tuttaltro che complessa. Si tratta infatti di una piattaforma live, solo audio, non ci sono nè testi, nè foto e video, tutto si basa sulle stanze sonore e quindi nessun commento nè messaggi scritti. E’ come se fosse un enorme contenitore di podcast.

Per aderire bisogna avere almeno 18 anni e possedere un iPhone. È in fase di studio una versione Android che dia la possibilità di usufruirne agli utenti non dotati di un melafonino.

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Boom di Apple: per la prima volta oltre i 100 miliardi

I risultati finanziari relativi al primo trimestre fiscale 2021 comunicati da Apple certificano il boom dell’azienda. Le entrate infatti, hanno superato i 100 miliardi di dollari per la prima volta nella storia dell’azienda di Cupertino.

La fetta più grossa è rappresentata dalla vendita degli iPhone, seguiti da da iPad, Mac e smartwatch.

Apple ha registrato entrate per 111,4 miliardi di dollari con un aumento del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’utile netto ammonta invece a 28,7 miliardi di dollari. Ovviamente il merito principale di questi ottimi risultati è da attribuire ai nuovi iPhone 12. Nonostante sia stati annunciati con un mese di ritardo, le vendite hanno spinto le entrate ad oltre 65 miliardi di dollari.

Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda, ha comunicato che i dispositivi attivati in tutto il mondo sono oltre 1,65 miliardi. La maggioranza di essi, come detto, sono iPhone (oltre un miliardo), ma numeri importanti hanno fatto registrare anche iPad e Mac, con entrate per 8,4 e 8,7 miliardi di dollari, rispettivamente.

Ecco le parole dell’AD:

Non potremmo essere più ottimisti. Questo trimestre non sarebbe stato possibile senza il lavoro senza sosta di tutti i membri della squadra di Apple nel mondo. Siamo gratificati dall’entusiastica risposta dei consumatori per i nostri prodotti.

Molto positivi anche i dati relativi ai dispositivi indossabili (smartwatch e auricolari): entrate per quasi 13 miliardi di dollari.

Pochi giorni fa, Apple ha comunicato che Dan Riccio (responsabile della divisione hardware) si occuperà di un nuovo progetto, probabilmente un visore per la realtà virtuale.

Cook ha inoltre annunciato lo stanziamento di 350 milioni di dollari per promuovere una maggiore uguaglianza razziale e sul fronte della giustizia.

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Minori sui social: aperto un fascicolo su Facebook e Instagram

Il Garante per la protezione dei dati personali a tutela dei minori vuole vederci chiaro dopo il caso della bambina di Palermo e il conseguente blocco imposto a Tik Tok. Colpa di una presunta challenge partita sul celebre social che ha portato alla morte per asfissia di una bambina di 10 anni, ispirata a una sfida di “soffocamento estremo”.

L’Autorità ha deciso di aprire un fascicolo su Facebook e Instagram.

Nei giorni scorsi alcuni articoli di stampa hanno riportato la notizia che la minore avrebbe diversi profili aperti sui due social. L’Autorità ha chiesto a Facebook, che controlla Instagram, di fornire una serie di informazioni, a partire da quanti e quali profili avesse la minore e, qualora questa circostanza venisse confermata, su come sia stato possibile, per una minore di 10 anni, iscriversi.

Il Garante ha chiesto soprattutto di fornire precise indicazioni sulle modalità di iscrizione ai due social e sulle verifiche dell’età dell’utente adottate per controllare il rispetto dell’età minima di iscrizione. Facebook dovrà dare riscontro al Garante entro 15 giorni. La verifica dell’Autorità sarà estesa anche agli altri social, in particolare riguardo alle modalità di accesso alle piattaforme da parte dei minori.

Non si è fatta attendere la risposta del social network di Mark Zuckerberg, che afferma:

In questo tragico momento, le nostre più sentite condoglianze vanno alla famiglia della bambina. Sicurezza e privacy sono le più grandi priorità per Facebook e Instagram. Collaboreremo pienamente con l’Autorità Garante per la privacy

Il Garante Privacy si è recentemente espresso sulla esposizione dei minori sui media con un comunicato stampa in cui ha ricordato l’esistenza di particolari garanzie a tutela dei minori e del loro diritto alla riservatezza.

In questo caso particolare il Garante si è rivolto ai giornalisti e ha affermato esplicitamente che il diritto del minore alla privacy prevale sempre sul diritto di cronaca perché è necessario per tutelare il sano e sereno sviluppo della sua personalità.

Tuttavia, la questione della pubblicazione di immagini di bambini e ragazzi è stata ampiamente dibattuta negli ultimi anni anche in relazione all’attività sui social network di genitori e parenti, prescindendo dal contesto giornalistico.