Incentivi auto elettriche 2025: maxi bonus, infrastrutture in affanno e cautela necessaria

A distanza di qualche settimana torniamo a parlare di mobilità elettrica, ma stavolta non in termini di sostenibilità economica ed energetica, bensì di “fattibilità”

Negli ultimi giorni, infatti, il mondo della mobilità sostenibile italiana ha visto tornare al centro dell’attenzione un argomento che sembrava avesse raggiunto un “quorum comune:”gli incentivi per le auto elettriche”. 

Effettivamente, dall’originario progetto del governo italiano che prevedeva circa 600 milioni di euro investiti nell’ installazione di colonnine di ricarica per autovetture elettriche, attraverso una revisione al PNRR, gli incentivi sono stati riallocati in un nuovo programma rivolto principalmente alla rottamazione di veicoli vecchi e inquinanti. Nonostante le migliori intenzioni, tutto questo ha fatto storcere il naso a cittadini e operatori del settore. 

Scopriamo insieme perchè, cosa è cambiato e in che misura questo cambio di rotta può minare l’intero processo di transizione alla mobilità elettrica

I nuovi incentivi: fino a 11.000 euro per le auto elettriche

Il recente cambio di rotta del governo in merito agli incentivi per le auto elettriche ha portato diverse novità, ma quella più significativa riguarda proprio l’entità degli incentivi stessi. 

Innanzitutto, secondo la revisione del PNRR, i cittadini con un ISEE fino a 30.000 euro possono ricevere fino a 11.000 euro di contributi per acquistare un’auto elettrica. Mentre le micro-imprese possono ottenere un bonus fino a 20.000 euro per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici.

Questa revisione è stata posta in essere per spingere la domanda e rendere l’acquisto di un’autovettura elettrica più accessibile a quella fascia di popolazione e a quelle aziende che fino ad oggi non avevano ancora l’opportunità di accedere a soluzioni di mobilità sostenibile a causa dei costi elevati.

Le criticità dei nuovi incentivi

Nonostante sia innegabilmente un’occasione ghiotta, questo ricollocamento di risorse ha in sé due criticità: da una parte sicuramente spinge la domanda, come già abbiamo sottolineato, ma dall’altra solleva dubbi sulla tenuta delle infrastrutture e dei piani di ricarica pubblica.

Di fatto, se da un lato i bonus all’acquisto rappresentano un incentivo immediato e tangibile, dall’altro la riduzione dei fondi destinati alle colonnine di ricarica rischia di rallentare l’intero processo di transizione alla mobilità elettrica. 

In pratica, molti automobilisti attendono il bonus proprio per acquistare la loro prima macchina elettrica, ma una rete poco capillare e infrastrutture in affanno potrebbero scoraggiare l’adozione su larga scala.

Una questione non di poco conto

La questione è di non poco conto. Con una quota di mercato dell’elettrico ancora sotto il 6% rispetto alla media europea, l’Italia potrebbe perdere impulso proprio nel momento in cui il mercato sembrava decollare.

E c’è il rischio concreto che i bandi per installare colonnine rimangano fine a se stessi, nonostante l’aumento della domanda, generando così un circolo vizioso che penalizza tutti.

Verso una transizione efficace

Insomma, per guidare verso una transizione efficace, servono due misure complementari: incentivi all’acquisto, ma anche potenziamento infrastrutturale. Senza l’una non ha senso l’altra, in quanto propedeutiche di una transizione energetica a lungo termine.

Questo comporta, quindi, non solo l’esigenza di investimenti diretti in colonnine lungo strade, autostrade e nei centri storici, ma anche la promozione di installazioni private, ovvero wallbox, di cui già abbiamo parlato in un precedente articolo, incentivi fiscali e semplificazioni normative che in un paese “burocraticamente impantanato” come l’Italia non fanno mai male.

La transizione verso la mobilità elettrica in Italia richiede un approccio bilanciato: incentivi economici generosi sono un buon punto di partenza, ma senza una rete di ricarica capillare e affidabile, il rischio è di alimentare illusioni più che un reale cambiamento. 

Serve una strategia integrata, lungimirante e concreta per guidare cittadini e imprese verso un futuro davvero sostenibile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *