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Le app per le diete ci aiutano davvero? Ecco cosa pensano gli esperti

Il settore digital health è in continua crescita. Sono ormai numerosissime le app che promettono di essere in grado di sostituire il nutrizionista.

E così ecco che c’è un suono per ricordarci che dobbiamo bere un bicchiere d’acqua. Uno per dirci che siamo stati troppo seduti. Un numero che conta i passi e gli scalini che facciamo. Presto anche un suono per dirci se la nostra glicemia ha un picco o sta scendendo.

Negli Usa già spopolano dei dispositivi capaci di monitorare i livelli di glucosio nel sangue e di aggiornarci su cosa succede se si mangia un cibo piuttosto che un altro. Informazioni che dovrebbero portare ad una maggior consapevolezza dell’impatto del cibo sul nostro corpo.

Lelio Morricone, responsabile dell’U.O. di Diabetologia e Malattie Metaboliche all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano è molto scettico a riguardo, affermando che questi dispositivi tecnologici sono di aiuto si, ma solo se associati a una dieta proposta da un esperto.

Anche Alexis Elias Malavazos, responsabile del Servizio di Nutrizione Clinica e Prevenzione Cardiovascolare dell’IRCCS Policlinico San Donato di Milano, storce il naso, affermando che:

Credo che utilizzare questa tecnologia che misura la variazione della glicemia, quindi della concentrazione dello zucchero nel sangue, in pazienti non affetti dal diabete mellito sia un azzardo e potrebbe portare a manie in alcune persone.

Moricone poi sposta l’attenzione sulle diete low carb, che prevedono un consumo di carboidrati molto limitato. Ecco le sue parole:

Non è che monitorando il glucosio risolvo tutti i problemi. Neppure togliendo i carboidrati dal piatto: è molto importante ricordare che le diete low carb accorciano la vita e aumentano la mortalità per tutte le cause e per le malattie cardiovascolari. Quello che si può fare è limitare o eliminare quasi del tutto gli zuccheri semplici, ossia bevande zuccherate, merendine e snack.