Negli ultimi giorni sarà capitato di ricevere un messaggio automatico all’avvio dell’App di messaggistica WhatsApp. Nulla di particolare, semplicemente uno dei tanti cambiamenti alle regole sulla privacy imposti da un mix di politiche commerciali e regole minuziose come il DGPR europeo, in vigore dal 2018.
Ciò che ha catturato l’attenzione è la volontà da parte di Zuckerberg di rendere esplicito il collegamento tra l’app di messaggistica e Facebook, laddove ce ne fosse bisogno.
Il messaggio che compare è breve e coinciso, ma andando a leggere l’informativa sulla privacy integrale vi sono alcuni passaggi che lasciano intendere come i dati possano essere piuttosto permeabili.
Un passaggio ambiguo è il seguente:
Se l’utente interagisce con un servizio di terzi o con un altro prodotto di un’azienda di Facebook collegato tramite i nostri Servizi, ad esempio quando si utilizza il lettore in-app per riprodurre il contenuto di una piattaforma di terzi, le informazioni sull’utente, come l’indirizzo IP e il fatto che è un utente WhatsApp, potrebbero essere fornite a tale terzo o al prodotto di un’azienda di Facebook. Si tenga presente che utilizzando servizi di terzi o prodotti delle aziende di Facebook si accettano i termini e le informative sulla privacy che regolano l’utilizzo di tali servizi e prodotti.
Numerosi utenti hanno sollevato dubbi in merito al fatto che i dati di WhatsApp rimangano realmente isolati da quelli di Facebook e viceversa. Anche Elon Musk ha voluto dire la sua andando giù pesante con un tweet lapidario quanto inequivocabile: “Usate Signal” (applicazione di messaggistica istantanea che consente di effettuare chat e chiamate e che pone l’accento sulla privacy dei suoi utenti).
La risposta dell’App facente parte del gruppo Facebook Inc non si è fatta attendere, affermando che i cambiamenti riguarderanno principalmente gli account business e non quelli privati.
In ogni caso, fino all’8 Febbraio è possibile scegliere se continuare a usare WhatsApp oppure emigrare verso un’altra app di messaggistica.